Sarà forse perché settembre è tradizionalmente il mese della vendemmia, ma anche in questa domenica il Signore continua a portarci nelle sue vigne…
Domenica scorsa siamo certamente rimasti “spiazzati” nell’ascoltare la parabola degli operai mandati nella vigna e dallo strano compor-tamento del padrone.
Quella di oggi invece - del padre e dei due figli - è la parabola del “dire e del fare”; la parabola che vuole farci riflettere sulle divisioni del nostro cuore e sui nostri atteggiamenti ipocriti.
“Un uomo aveva due figli”, così inizia il racconto, quasi a suggerire che ogni uomo, che tutti noi, abbiamo un cuore che è diviso tra il “sì” che vorrebbe dire al Signore e le tante situazioni che viviamo in cui invece gli diciamo di “no”, chiudendogli la porta del nostro cuore.
Gesù ci racconta di due figli che cambiano idea, uno dice “sì” ma non fa, l'altro dice “no” ma invece ci ripensa e fa. Gesù si dimostra contrario ad una religiosità che si ferma al rito o alle forme esterne senza che questa trasformi davvero la vita. Preferisce il figlio apparentemente disobbediente e svogliato che dice quel che pensa e si fa mettere in discussione all'altro che, salvando l'apparenza del bravo ragazzo, in realtà non fa nulla per aiutare il Padre, anzi lo inganna.
Davvero il Signore ci invita questa domenica a scendere nel profondo del nostro cuore; a cercare con onestà la verità di noi stessi, a vedere dove il nostro cuore trova il suo riposo. Troveremo forse la strada che fu di Sant’Agostino, che dopo il periodo travagliato della sua ricerca di senso, concluse:“Ci hai fatti per te Signore e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te”.
Gesù chiede onestà nei nostri rapporti, anche con lui; ci chiede di superare i formalismi, le abitudini, le risposte di convenienza per la vera conversione del cuore.
Davanti a Dio non dobbiamo indossare il vestito pulito e stirato del devoto, ma quello, spesso lacero e sporco, del cercatore di Dio, del discepolo alla ricerca di senso e di luce consapevole che incontrare il Signore e il suo Vangelo ci spinge a cambiare la vita.
don Giulio