Nel clima spirituale del mese di novembre segnato dal ricordo dei fedeli defunti, ricordiamo le persone che ci sono care, che ci hanno dato il grande dono della vita, con le quali abbiamo camminato insieme. Riascolteremo in questi giorni il forte annuncio dell’apostolo Paolo che nella lettera ai Romani così si esprime:
«Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-39).
L’Apostolo presenta l’amore di Dio come il motivo più profondo, invincibile, della fiducia e della speranza cristiane. Egli elenca le forze contrarie e misteriose che possono minacciare il cammino della fede. Ma subito afferma con sicurezza che se anche tutta la nostra esistenza è circondata da minacce, nulla potrà mai separarci dall’amore che Cristo stesso meritò per noi, donandosi totalmente.
Anche le potenze demoniache, ostili all’uomo, si arrestano impotenti di fronte all’intima unione d’amore tra Gesù e chi lo accoglie con fede. Questa realtà dell’amore fedele che Dio ha per ciascuno di noi ci aiuta ad affrontare con serenità e forza il cammino di ogni giorno, che a volte è spedito, a volte invece è lento e faticoso.
Solo il peccato dell’uomo può interrompere questo legame; ma anche in questo caso Dio lo cercherà sempre, lo rincorrerà per ristabilire con lui un’unione che perdura anche dopo la morte, anzi, un’unione che nell’incontro finale con il Padre raggiunge il suo culmine. Questa certezza conferisce un senso nuovo e pieno alla vita terrena e ci apre alla speranza per la vita oltre la morte. Ogni volta che incontriamo – sempre negli altri - il mistero della morte, sorge, o dovrebbe sorgere, in noi la domanda:
«Che cosa ne sarà della sua vita, del suo lavoro, dell’amore espresso agli altri, del bene fatto?».
Il Libro della Sapienza ci dice che: essi sono nelle mani di Dio! In mani accoglienti e protettive e noi possiamo aiutarli proprio invocando il Signore per essi, particolarmente con i suffragi e tra questi eminente è la Pasqua del Signore, l’Eucaristica.
Riscopriamo dunque questo modo di essere solidali con i nostri cari oltre la morte, essi ci ringrazieranno proteggendoci dal cielo.
don Maurizio