In questa terza domenica d’Avvento l’evangelista Giovanni non si attarda sui dati biografici del Battista, ma ne abbozza la sua figura con una sola parola; costui non è il precursore, come dicono i sinottici e neppure l’ultimo dei profeti come pensano i giovanniti, i discepoli del Battista: ma il “Testimone”. Per il quarto evangelista, Giovanni è “un uomo mandato da Dio” per “rendere testimonianza alla luce. Altrettanta chiarezza sta nella coscienza dello stesso Battista. Forse era necessario ribadirlo, per i suoi contemporanei che non sapevano andare oltre la sua persona e facevano fatica ad aspettare Qualcun altro. L’uomo del deserto respinge ogni equivoco: egli non è il Cristo. Egli si riconosce solo come una “ voce”, un “battezzatore”, indegno di colui che deve venire. Giovanni Battista è un uomo vero che si riconosce indegno, preoccupato solo di non fare ombra alcuna al Messia ormai presente.
Infatti davanti al suo sguardo brilla la persona del Messia, Gesù, colui che deve rivelarsi: con i tratti contrastanti della “luce” che brilla nelle “tenebre”, con i tratti dell’ “eterno” che entra nel “tempo”. “In mezzo a voi sta uno che non conoscete”. La povertà dell’uomo è il sonno della coscienza: ci sono infatti verità tanto incredibili che l’uomo cede al rischio di ridurle a fantasia. Ad esempio questa: Dio sta in mezzo a noi. Non il fumo del magico, del paranormale, ma Dio. “Sta” nel cuore dell’uomo, nella sua coscienza, nella sua esistenza quotidiana, nei molti segni della nostra storia. Ma resta “sconosciuto”. L’uomo vive gomito a gomito con Dio e non se ne rende conto. Ecco il tratto di strada dell’avvento: per svegliarsi, per girare la faccia, guardarlo e stupirci. Davvero Dio è già entrato nella nostra casa. Ma forse ci vuole il cuore, la voce del Battista in ciascuno di noi per poter diventare capaci di gridare “Preparate la via del Signore”. Ma noi che cosa stiamo preparando in questi giorni?
Il Santo Natale del Signore o il suo folklore?
diacono Renato Nucera