Si conclude con il Vangelo di questa domenica il discorso di Gesù tenuto nella sinagoga di Cafarnao. Il senso delle sue parole – come anche del miracolo della moltiplicazione dei pani – si è fatto sempre più chiaro. A voce alta Gesù dice: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Tutti sono ad ascoltarlo, ma tanti pensano di fatto solo ai propri vantaggi, ad avere il pane gratis, più allo stomaco che al cuore. L’Eucaristia non é solo un segno, tanto meno una garanzia per i nostri deficit spirituali e d’amore, ma è la sua stessa persona, Gesù Cristo vivo, vero, reale che si dona a noi.
Corpo, o meglio il termine “carne” nella lingua di Gesù (l’aramaico) indicava la persona intera, viva! E’ la persona che si dona, ecco il messaggio, il mondo non ha bisogno tanto di cose, fossero pure prestazioni religiose, sacre, ma ha bisogno della persona, ha bisogno di toccare con mano “il donarsi”.
Ma se può essere relativamente facile il capire questo mistero, diventa più difficile ed impegnativo accoglierlo. Forse questi interrogativi già agitavano la mente dei discepoli, fino a che quel giorno, e di fronte ad un Vangelo così chiaro, maturarono la decisone di abbandonarlo … Non a caso Gesù presagendo questo pose loro una domanda così forte: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Anche noi possiamo chiederci: “da chi andremo?”, di fatto siamo già andati da altri a cercare felicità, pienezza, vita, ma siamo ritornati a mani vuote, ecco possiamo andare soltanto dal Signore.
Don Maurizio