“Una dottrina nuova insegnata con autorità”
La scorsa domenica abbiamo contemplato, all’inizio del Vangelo di Marco, il noto avvenimento della chiamata alla sequela dei primi discepoli; “seguitemi e vi farò diventare pescatori di uomini”. Prontamente essi, lasciate le reti lo seguirono. E’ l’incontro con Gesù, con la forza della sua parola che convince quei primi uomini a lasciare le certezze di una professione, e una quotidianità tutto sommato sufficientemente sicura e stabile, per affrontare con un deciso cambio di passo e di stile la novità della sequela a Gesù. La liturgia di oggi propone alla nostra attenzione il passo immediatamente successivo: e anche qui , in evidenza è ancora la forza della parola di Gesù. Una parola che colpisce nel profondo coloro che ascoltano.
Perché quelle parole veicolano senza filtri o compromessi la realtà di Dio, la sua forza , capace di arrivare diritta al cuore dell’uomo, tesa a liberare dalla sonnolenza dell’ordinario , capace di rinnovare radicalmente e rilanciare, trasformare la vita spesso anestetizzata dalle tante sonnacchiose consuetudini, dall’opulenza, come dalle tante angosce e paure legate all’incertezza del futuro, all’incontro con la sofferenza o alle tante possibili povertà.
La parola di Gesù è la risposta vera ai tanti perché che ciascuno porta nel cuore. Accogliere con umiltà e riconoscenza questa parola significa lasciare che essa operi con potenza nel mistero di ciascuno quella novità di vita capace di restituire libertà e gioia, speranza e pace. E’ questa potenza che viene direttamente da Dio, che il Vangelo traduce con il termine “autorità”, che produce l’evento straordinario raccontato nella pericope di oggi. L’indemoniato rimanda alla realtà del male e la potenza di Dio, nella parola di Gesù, produce la agognata liberazione.
Questo evento, inserito all’inizio del Vangelo di Marco suona come una sorta di manifesto programmatico dell’azione che Gesù viene a realizzare: lungo tutto il suo ministero, Gesù si confronta e si misura senza sosta contro la realtà del male che si oppone al cammino verso Dio.
Sappiamo bene che la realtà del male non è poi tanto distante da ciascuno di noi, anzi è in noi stessi, nelle tante manifestazioni che essa assume: egoismo, disinteresse, sopraffazione, dominio, autoaffermazione, invidia, violenza, vendetta, sete di possesso e quante altre realtà devastanti che alienano l’uomo. Il Vangelo di oggi ci dice che Dio sta sempre dalla nostra parte , la potenza della sua parola può sempre rimetterci in marcia nella giusta direzione verso l’amore, la fraternità, la comunione, senza compromessi.
E la fede ci aiuterà allora a far diventare la nostra stessa vita segno sicuro e credibile dell’azione liberatrice di Dio sui tanti segni di sventura che popolano il nostro tempo.
Diac. Giorgio Piccagli