Oggi Gesù che entra in casa … di Pietro, nelle domeniche passate lo avevamo trovato, prima lungo il mare di Galilea, dove chiama i suoi primi apostoli, domenica scorsa invece nella Sinagoga di Cafarnao posta sul confine di due regni, quasi a dire che il nostro Dio è un Dio che ama passare e anche chiamare i suoi discepoli sui confini dell’umanità, qualcuno che conosciamo direbbe nelle periferie … ebbene oggi entra nella casa di Pietro, che non è ancora né il palazzo apostolico né Santa Marta … é una casa modesta che ancor oggi si può vedere nel povero villaggio di pescatori entra e trova la suocera ammalata e la guarisce e lei si mette a servirlo. Sembra che Marco voglia dirci che se noi possiamo servire, amare, fare del bene è perché siamo stati guariti, perché il Signore ci ha guariti nel profondo, in altre parole ci ha amati per primi, la nostra azione, il nostro donarci non è una nostra iniziativa perché siamo bravi, ma è una risposta a un amore più grande, all’iniziativa salvifica di Dio.
Ma questa donna che è immagine dell’umanità e quindi di noi, ci fa vedere cosa e chi diventiamo quando accogliamo in casa il Signore Gesù. Ed è bello notare come la guarigione si sposta dalla Sinagoga a un altro luogo, la casa, il luogo della vita normale, quotidiana, degli affetti … e infine è bello notare come Gesù, il nostro Dio è uno che sta sulla soglia, Gesù incontra nella piazza …. nella vita laica.
Lì evangelizza Gesù … e Dio chiede anche a noi di evangelizzare sulla soglia … cioè di …uscire!
Allora attualizzando questa parola di Dio cosa potremmo dire? Che è venuto il tempo di andare, lui va nella casa di Pietro, non aspetta che siano gli altri a venire e del resto la suocera di Pietro, che era ammalata non poteva andare, così oggi l’umanità è ammalata, stenta a venire, siamo noi che dobbiamo andare, ma ciò avviene anche dentro le nostre mura domestiche, anche lì dev’esserci la nostra iniziativa, quella del primo passo, noi siamo chiamati ad andare verso gli altri con le parole e con i gesti, soprattutto con 3 parole che poi diventano stili, un modo di essere e le parole ce le ha ricordate Papa Francesco l’anno scorso il 14 febbraio nell’incontro con i fidanzati: Permesso, grazie, scusa.
don Maurizio