Un gesto da sempre accompagnato da un invito, da parole forti, una usata soprattutto nel passato: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”.
Certo, parole severe e niente affatto ingannevoli in quanto ricordano una verità assoluta!
E per questo sono parole salutari per lo spirito, giacché ci ricordano la fragilità e la vanità di tante cose che mentre hanno una grande rilevanza nella nostra esistenza, nel nostro tempo “dell’apparenza”, sono destinate a finire.
E poi la seconda formula - entrata in uso dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II – che recita:
“Convertiti e credi al Vangelo”.
Questa frase che inizia la narrazione del vangelo di Marco, è un invito a cambiare direzione (è questa l’etimologia della parola conversione), a orientare tutta la nostra vita a Dio.
L’odierna festa di sant’Antonio ci introduce già in qualche modo nel tempo di Quaresima che inizieremo mercoledì prossimo, egli in prima persona si convertì, cioè cambiò direzione, sempre più verso una realizzazione-incarnazione più vera del Vangelo di Gesù nella sua vita.
Nella preghiera della sua Messa votiva abbiamo sentito oggi queste parole: fa che anche noi forti nella fede indichiamo ai fratelli con la santità della vita la via della salvezza … ci chiediamo, perché forti nella fede? Perché nella nostra vita ci sono, scusate il bisticcio di parole, forze forti, forze di senso contrario, perché la fede esige una testimonianza che sappia andare contro corrente …
Tempo fa Papa Francesco in una sua omelia ha detto: “La Chiesa è piena di cristiani sconfitti”, cristiani “convinti a metà”. Invece “la fede può tutto” e “vince il mondo”, ma occorre il coraggio di affidarsi a Dio. E continuava: “a volte possiamo essere tentati di lasciarci prendere dalla pigrizia o peggio dallo sconforto,
soprattutto di fronte alle fatiche e alle prove della vita. In questi casi, non perdiamoci d’animo, invochiamo lo Spirito Santo, perché con il dono della fortezza possa sollevare il nostro cuore e comunicare nuova forza ed entusiasmo alla nostra vita e alla nostra sequela di Gesù.”
E quel “…indichiamo ai fratelli con la santità della vita la via della salvezza”… Innanzitutto dobbiamo avere ben presente che la santità non è qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo noi con le nostre
qualità e le nostre capacità.
La santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé e ci riveste di se stesso, ci rende come Lui. Certo però bisogna essere umili, infatti così dice a tal proposito Sant’Antonio nei suoi Sermoni...”
Così l'ipocrita: mentre si vanta, ostenta la santità che finge di avere e fa la ruota della sua penne della vanagloria…”chiediamo oggi per intercessione del Santo il dono della fede, di una fede vera, da alimentare in questo cammino quaresimale.
La fede è forte, può tutto, è vittoria! E sempre su questo tema, Papa Francesco ebbe a dire: che «questo sarebbe bello che lo ripetessimo, anche a noi, perché tante volte dicevamo siamo “cristiani sconfitti”. Ma la Chiesa è piena di cristiani sconfitti, che non credono in questo, che la fede è vittoria; che non vivono
questa fede, perché se non si vive questa fede, c’è la sconfitta e vince il mondo, il principe del mondo». Sant’Antonio ha creduto fermamente nella forza della Fede, ha creduto a tal punto che ha realizzato nella sua vita e continua a realizzare la parola, la profezia di Gesù che nel Vangelo di Giovanni dice: In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi”
E quali sono queste opere? Le dice il Vangelo di oggi, quello della festa, citando il profeta Isaia: “… e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.”
don Maurizio