Il mistero della trasfigurazione che oggi ci è donato dalla pagina evangelica, chiede al nostro cammino di Quaresima di saper anche contemplare, che cosa? Che nella trasfigurazione di Gesù possiamo vedere una promessa per ciascuno di noi, per la nostra vita nella carne mortale: la promessa che anche noi saremo trasfigurati, trasfigurati come la carne fragile di Gesù, trasformati dalla potenza dello Spirito santo, e lo saremo per sempre, partecipando alla vita stessa di Dio. E li condusse su un alto monte … è la terza volta che Gesù sale … la prima per le tentazioni … per il dono delle Beatitudini, vi sale ora con tre discepoli, “Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello”, i tre discepoli che sono i più vicini a Gesù e che avranno un ruolo primario nella chiesa nascente dopo la Pentecoste. Gesù sale sul monte, in disparte, e proprio lui, l’uomo Gesù, interamente uomo come lo siamo noi, subisce una trasfigurazione, muta la sua forma. Ai tre discepoli saliti con lui Gesù appare altro …“Il volto di Gesù risplendette come il sole e le sue vesti divennero bianche, luminose”. È sempre Gesù, la sua identità non viene meno, la sua umanità non scompare, non è negata, ma il suo corpo, la sua carne è glorificata, permette di vedere la gloria di Dio che abita in quel corpo, che è presente in quella carne mortale.
È Gesù, ma è veramente l’unica volta in cui egli, durante la sua vita terrena, è stato visto quale Kýrios, Signore, e sarà visto così soltanto nella sua resurrezione e lo vedranno tutti gli uomini alla fine dei tempi, come ci dice il libro dell’Apocalisse “un volto che brilla come il sole in tutto il suo splendore”(Ap 1,16).
Immagino che tutto quel splendore rese un po’ diversi anche i tre discepoli …
Nel Vangelo di Matteo leggiamo che Gesù, nella parabola del buon grano e della zizzania prometteva: “I giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro” (Mt 13,43)… ma un po’ di questo splendore il Signore ce lo dona fin da adesso … Ma vogliamo sottolineare anche la voce di Dio, la parola data dal Padre che è una promessa, un impegno, per sempre! In questo nostro mondo dove le parole date svaniscono nel nulla, dove le promesse vengono sovente rimangiate, noi siamo chiamati ad essere testimoni della parola fedele, ad immagine di quella che Dio offre a noi … Continuiamo questa Quaresima allora guardando al Tabor, riscoprendo nella nostra vita lo splendore di Dio, vivere la dimensione della contemplazione, della preghiera, della comunione con il Signore nel nostro quotidiano ci dà la capacità di affrontare un altro monte che è sempre lì ad aspettarci, il Golgota.
E’ importante questa domenica, questo Vangelo, questo messaggio che oggi ci viene dato, perché se non incontriamo la bellezza-bontà di Dio, il suo vero volto che va oltre l’umanità, quello che forse noi ci facciamo, ci immaginiamo di Lui, non riusciremo mai a consegnarci a lui, definitivamente, a fidarci, come, abbiamo sentito, accade come Abramo, prima vive la gloria e la bellezza, l’avventura della chiamata, della vocazione, di un Dio che gli parla e che lo visita, poi affrontano la croce. Questa bellezza però la dobbiamo ricercare nell’umanità che ci circonda, quella della natura, bellezza dell'arte, bellezza dei gesti e dell'affetto degli amici. Bellezza che ci porta, in qualche modo verso Dio.
don Maurizio