Al di fuori della misericordia di Dio non c'è nessun'altra fonte di speranza per gli esseri umani.
E’ una frase lapidaria ma vera espressa da Giovanni Paolo II, oggi lo ringraziamo per aver voluto definire in modo così chiaro per tutta la Chiesa, nella pienezza della Pasqua, questa grande verità ripresa in modo convinto da Papa Francesco nei suoi atteggiamenti, nelle sue scelte personali di carità che ci interrogano credo nel profondo e da ultimo nell’annuncio del prossimo Anno Santo straordinario.
«Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia» Così canta la Chiesa nell’Ottava di Pasqua, lo abbiamo fatto anche noi col ritornello del salmo, quasi raccogliendo queste parole dalle labbra di Cristo risorto, che nel Cenacolo porta il grande annuncio della misericordia divina e ne affida agli apostoli il ministero: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 21-23). Ma prima di pronunciare queste parole preziose Gesù mostra le mani e il costato. Quasi a ricordare le ferite della Passione, o come dire che non c’è Pasqua, non c’è vita nuova senza Venerdì Santo, senza Passione o meglio senza quel «li amò sino alla fine» riportato dal Vangelo di Giovanni in quell’Ultima Cena di Gesù.
Ma forse ci è permesso di pensare che Gesù indicò soprattutto la ferita del cuore, del costato … quella sorgente che oggi contempliamo e dalla quale è scaturita per noi l’onda della misericordia, quel “sangue e acqua” simboli dei sacramenti della Chiesa.
E non è forse la misericordia dice San Giovanni Paolo II nella sua Enciclica un «secondo nome» dell’amore (cfr. Dives in misericordia, 7), colto nel suo aspetto più profondo e tenero, (…), soprattutto nella sua immensa capacità di perdono? Come non citare oggi il Diario di Santa Faustina Kowalska alla quale Gesù disse: «L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia» (Diario, p. 132). Forse Papa Francesco ci indica in quest’Anno Santo che ci sta davanti la vera, forse l’unica strada per trovare la pace, dentro questa Guerra mondiale combattuta a pezzi che si va consumando.
Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? si chiedeva 14 anni fa Giovanni Paolo II? E continuava: “A noi non è dato di saperlo. È certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio. Come gli Apostoli un tempo, -sono sempre parole sue- è necessario però che anche l’umanità di oggi accolga nel cenacolo della storia Cristo risorto, che mostra le ferite della sua crocifissione e ripete: Pace a voi! “Accogliamo oggi questa pace e guardiamo con fiducia alla vita, al futuro perché il Signore non ci abbandona, è sempre con noi. Signore Gesù, come a Tommaso, abbi misericordia di noi perché anche noi possiamo dirti con fede e con sincerità di cuore: Mio Signore e mio Dio!
don Maurizio