Eccoci alla domenica dei discepoli di Emmaus, uno fra i brani più suggestivi e in un certo senso più vicini alla nostra realtà di vita e di fede, segnata sì da certezze, ma forse anche da tanti dubbi, perplessità e interrogativi. È proprio vero che certe volte le situazioni si rovesciano, cambiano in un batter d’occhio. Nel giro di una settimana a Gerusalemme è capitato di tutto. Gesù è stato accolto in maniera trionfale, acclamato come un re; durante la cena per la pasqua ha rivelato il valore del servizio con la lavanda dei piedi, ha garantito la sua presenza reale spezzando un pane; ha sopportato tradimenti e rinnegamenti; è stato arrestato, processato, condannato a morte, trafitto su una croce, sepolto … Tutto è finito. Nel giro di una settimana sono sfumati progetti, speranze e illusioni intessuti pazientemente in tre anni di sequela fedele e attenta. Si intuisce in quel “noi speravamo …” una indicibile delusione … e una ferma decisione di chiudere con il passato e di ritornare alla vita di prima. Anche noi, un po’ come i due discepoli forse abbiamo vissuto anche dei momenti-esperienze affascinanti di Chiesa, di Fede e quindi di Cristo, poi però tutto ha corso il rischio di tornare come prima o peggio di prima, con un “amaro” di più nel cuore. Nelle nostre sconfitte, amarezze, tristezze, rassegnazioni, delusioni il Signore però non ci abbandona, dice il Vangelo, "… Gesù in persona si accostò e camminava con loro". Lui prende ancora l’iniziativa di essere compagno di strada … nei momenti difficili, specie quando sentiamo il bisogno di sfogarci con Dio perché pensiamo che non sia giusto che una o l’altra cosa vada così … non secondo i nostri progetti e le nostre attese … Gesù si accosta con noi per condurci sulla vera via; per questo ci spiega le scritture: per portarci alla verità; e spezza il pane per donarci la vita. C’è ancora un insegnamento che ci dà oggi il Vangelo: Quel “la Messa è finita” dovrebbe non farci dire: finalmente! Ma dovrebbe farci, come ai due di Emmaus, dovrebbe farci balzare in piedi, lasciare la mensa, correre nel buio che segna questo nostro tempo per gridare a tutti: "Il Signore è veramente risorto! Noi l’abbiamo visto".
don Maurizio