Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Le parole del Salmo 23 sono il commento più bello che potremmo fare alle letture di questa domenica del Buon Pastore, dedicata dalla Chiesa alla preghiera per le vocazioni sacerdotali.
Il tema di quest’anno è: “Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza” (Evangelii Gaudium, 167; 264).
Breve ma densissimo il brano del Vangelo che la liturgia ci propone: esso si struttura attorno a due punti focali, a due verbi: “ascoltare” e “conoscere”. Gesù in questi pochi versetti rivela chi egli è: Gesù è il Buon Pastore! Il Buon Pastore che dà la vita per le pecore. E noi pecore del Signore ascoltiamo la sua voce. Ascoltare è il primo di tutti i servizi da rendere a Dio e all'uomo. Ascoltare qualcuno è già dirgli: tu sei importante, tu mi interessi. Amare è ascoltare; pregare è ascoltare Dio. Ma perché la voce del pastore, la voce di Gesù, merita di essere ascoltata? Gesù ci dice: perché io do la mia vita per le pecore. Le pecore ascoltano la voce del pastore; da questo rapporto nasce la vita, la vita eterna, la vita vera. Già qui e ora, il rapporto di ascolto delle pecore con il loro pastore, abilita le pecore, cioè noi tutti, a vivere quei rapporti interpersonali caratterizzati da fraternità, amore e condivisione che ci proiettano nell’ambito dell’eternità … Il rapporto di intima comunione che lega il pastore alle sue pecore, significato dal verbo biblico conoscere, implica un rapporto dialogico d’amore e non un semplice trovarsi insieme. Seguendo Lui, diventiamo ciò che siamo: figli del Padre e fratelli tra di noi. Le mani di Dio. Mani di pastore contro i lupi, mani che proteggono la nostra vita, mani che scrivono diritto nelle righe storte della mia vita (Mazzolari), mani inchiodate in un abbraccio che non può terminare …
Ciascuno di noi è chiamato ad essere pastore del gregge ad immagine di Gesù: nella famiglia, negli ambienti di lavoro, nella politica, nella scuola, nella cultura … Ma in particolare questo è il ministero dei sacerdoti, chiamati a conformarsi a Cristo Buon Pastore, ad offrire a Lui la loro vita per il servizio al suo gregge … Questa è la “carità pastorale” che la Chiesa propone come stile ai suoi ministri … in fondo è proprio quel “puzzare di pecora” di cui tante volte ha parlato Papa Francesco. Ed infatti, ci ricorda sempre il Papa nel suo messaggio per la giornata di preghiera delle vocazioni: “La vocazione è un esodo da sé verso Dio e i poveri”.
Preghiamo quindi secondo gli auspici del Papa, per nuove e sante vocazioni, perché anche i nostri figli si cimentino su quel particolare “esodo” che è la vocazione, o meglio, la nostra risposta alla vocazione che Dio ci dona.
don Giulio