Celebriamo oggi la solennità dell’Ascensione del Signore. E’ una festa di gioia, come abbiamo ripetuto nel canto al salmo: “Ascende il Signore tra canti di gioia”, perché manifesta fino a che punto Dio si è compromesso con gli uomini. Il Verbo di Dio non soltanto si è fatto carne, cioè è diventato uno di noi, ma è salito al cielo con la sua umanità, che è anche la nostra! Come dire che la nostra umanità è già in Dio! L’Ascensione del Signore è allora la vittoria definitiva della vita sulla morte, dice infatti la colletta, lodando Dio: “Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Come leggere quest’avventura umana di Gesù oggi che lo contempliamo nel suo ritorno al Padre?
Forse potremmo dire come un grande e continuo pellegrinaggio, un andare, o per dirla con un termine caro a Papa Francesco, “un uscire”. Dal Padre all’umanità, per le strade della Palestina e del suo tempo, comunque dell’umanità e degli ultimi e poi il ritorno al cielo … Quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figli … come ricorda l’apostolo Paolo ai Galati, quasi che Dio cerca nuove strade per far giungere la Buona notizia che è ormai la sua presenza.
E’ questa una delle cinque vie del prossimo convegno ecclesiale di Firenze, non soltanto un parlare, un annunciare il Vangelo all’uomo d’oggi, ma un cercarlo là dove vive, là dove forse si è perso …
Tutta l’esistenza divina e umana di Gesù è una peregrinazione. Anzi è Lui il vero pellegrino, poiché il suo cammino è un’andata e un ritorno, ma che non si conclude con un abbandono, ma con una promessa ricordata dal brano degli Atti: “… riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi …” Questa è la forza, la luce per vedere la meta verso cui siamo diretti, la vita nella comunione con Dio. Siamo chiamati a camminare guardando avanti, siamo chiamati a camminare perché siamo attesi, non dimenticati … Chiediamo oggi al Signore questo dono, il dono di credere a queste belle realtà, chiediamo il dono della fede confermando, ancora una volta, le promesse del nostro Battesimo.
don Maurizio