Querere Deum. Era questo l’atteggiamento con cui i monaci medievali si ponevano di fronte alla realtà:
«Dalle cose secondarie volevano passare a quelle essenziali, a ciò che, solo, è veramente importante e affidabile: (...) dietro le cose provvisorie cercavano il definitivo». La loro non era una ricerca al buio, perché Dio aveva spianato una via, e il loro compito era di seguire questa via. (Benedetto XVI) Questo atteggiamento ha fondato anche la cultura dell’Europa, ma oggi sembra esser entrato in profonda crisi. Oggi infatti la nostra società, ma anche noi cristiani rischiamo di rimanere soggiogati da ciò che vediamo e tocchiamo, anche la bellezza pura del Creato, di un bambino, della vita non ci rimanda più a Dio, al Creatore. Perché questo? Siamo diventati materialisti purtroppo ma a questa tentazione dobbiamo resistere, come ha ricordato in un suo discorso ai giovani coreani Papa Francesco con queste parole: “Resistere al fascino del materialismo”. "Possano i giovani non essere mai derubati della loro speranza".
La speranza del Vangelo è antidoto contro la disperazione che sembra crescere come un cancro nella società". Questo però vale anche per noi. Noi che spesso mormoriamo per questo e per quello, perché il cammino della libertà, verso la terra promessa è faticoso … ce l’ha ricordato la pagina dell’Esodo “In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.” Quante mormorazioni … non a caso il Papa ci richiama su questo spessissimo, perché questo atteggiamento non solo incrina la comunione, le relazioni, ma fa spegnere la fede! Davanti a questo atteggiamento umano c’è la risposta d’amore di Dio, già presente nelle parole di Mosé: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo». Non quello ormai del deserto, ma quello vivo disceso dal cielo, questa Eucaristia, il corpo di Cristo che sempre è dato per noi, che ci sostiene, ma che è anche presenza che ci conforta nelle nostre chiese, dietro i veli del tabernacolo. E ancora rischiamo di non capire, di non aprirci, di non accettare il dono … proprio come accadde a Gesù dopo il grande segno-miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci; Gesù nel vangelo lo si capisce, rimane turbato. Quello che doveva essere il più importante dei miracoli, il miracolo della condivisione, che avrebbe dato il tono del sogno di Gesù, un popolo che mette in gioco quel poco che è per sfamare tutti, si è trasformato in un flop clamoroso. Anche oggi il Signore ci dà questo pane per darci la forza della condivisione, cioè di spezzare il pane con i fratelli, di andare in loro soccorso, non importa con quanto ma con il cuore aperto e sincero.
E’ un programma di vita che ci accompagna per i prossimi giorni e che sarà ribadito anche nella parola di Dio di domenica 9 agosto, ci sia di sostegno l’amore del Signore Gesù.
don Maurizio