La parola del vangelo di questa domenica ci offre le dimensioni sul nostro essere cristiani, sul vivere la parola, mentre rischiamo di vivere in pieno la schizofrenia del nostro tempo, essere buoni cristiani senza che questo “entri” nel nostro comportamento; a volte siamo taglienti, come lo abbiamo sentito dal vangelo di Marco di alcune domeniche fa, “non è dei nostri”! Lo vediamo in modo esasperato specie nel campo della politica e del potere in Italia, ma oggi lo vediamo anche tra gli apostoli Giovanni e Giacomo e forse gli apostoli non si arrabbiarono per il loro diverso pensiero sul Regno di Dio, ma semplicemente perché sospettarono che i due avrebbero rubato loro i posti… Avere privilegi, primi posti è sempre una tentazione, anche essere al centro sull’altare, o salire sul pulpito o dare la comunione. Certo é istintivo primeggiare, voler dire agli altri che io valgo, forse valgo di più, ma questa non è la logica del Vangelo! Questo non significa essere a servizio (in greco dìakonia) del Regno di Dio. I grandi della storia erigono troni al proprio ego smisurato, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare le ferite della terra con bende di luce. Con questo “stile evangelico”, é stata grande Madre Teresa di Calcutta perché ha servito gli altri. È stato grande Padre Pio perché ha servito il Signore, anche nella sofferenza, dicendo “si” a quanti avevano fame e sete del Signore”.
Questo Dio-Servo ci chiede una mano, quanto bisogno c’è in comunità di vivere il servizio verso gli altri, l’ho già registrato entrando questa settimana nelle venti famiglie che ho visitato, nello stesso tempo ho sperimentato attraverso il dialogo, i gesti, la preghiera comune, l’accoglienza del Signore, il suo essere misericordioso. «Sono venuto per essere servo». E’ la più spiazzante di tutte le definizioni di Dio. Parole da vertigine: Dio mio servitore! Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è inginocchiato Lui ai piedi delle sue creature, perché le ama.
don Maurizio