Festa della famiglia, recita oggi la liturgia. Per certi versi abbiamo poco da festeggiare, quante famiglie franano sotto gli occhi come tante case in questi giorni a causa delle esondazioni dei vari fiumi.
Festa della mia famiglia, aggiungo io. E, di questi tempi, stride e fa riflettere questa festa, una quasi provocazione che vola alta sulle piccolezze della nostra società, ma che infonde anche vigore ed energia alla nostra quotidianità e che soprattutto ridà spessore al nostro Natale. Fa sempre pensare che Dio abbia voluto sperimentare l'esperienza famigliare e soprattutto fa riflettere che, per farlo, abbia scelto una famiglia così anomala e complicata.
Ma non è in questa anomalia che noi siamo chiamati ad assomigliarle, bensì nella sua concretezza, nella sua capacità di cogliere la volontà e il progetto di Dio. Bella questa famiglia che fa crescere al suo interno il mistero di Dio presente nel figlio Gesù.
Bella questa famiglia che ci insegna che Dio viene ad abitare in casa, che nella quotidianità e nella ripetitività dei gesti è possibile realizzare il suo Regno, fare un'esperienza mistica, crescere nella conoscenza di Dio. La festa della Sacra Famiglia di Nazareth ci dice la straordinaria novità del cristianesimo che è - appunto! - la sua assoluta ordinarietà, la concretezza e non spiritualità disincarnate.
Affidiamo a Dio le nostre famiglie concrete, quelle che abbiamo o che avremmo voluto avere, con tutta la fatica e la gioia, le contraddizioni e le povertà, le emozioni e il bene che ci sappiamo dare.
Don Maurizio