Il Battesimo del Signore segna l’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione, cioè dell’ annuncio del Regno. Ultima delle feste natalizie, questa festa ci porta in un’ambientazione nuova rispetto il presepe, ai pastori, a Maria e Giuseppe. Ormai sulla scena c’è Gesù solo, in verità con Giovanni Battista. Eppure questa festa specifica ancora il mistero appena celebrato, quello dell’Incarnazione. Ci troviamo di fronte a un’altra manifestazione o Epifania, ma con una novità. Marco descrive questa scena in modo molto sintetico, senza fronzoli, con una ordinarietà estrema, eppure sono tanti i particolari che dovrebbero farci riflettere.
Gesù si mette in fila come tutti, “appare” peccatore come tutti, aspetta il suo turno come tutti. Non passa avanti e non vanta privilegi; è uomo tra gli uomini, in tutto simile a noi, forse anche questo fatto fa “sussultare” Giovanni nel suo cuore.
Dopo il Battesimo ancora una volta è il cielo ad aprirsi, ma non più facendo udire una voce di angeli, ma la voce stessa del Padre, lo Spirito scende con potenza, perché in Gesù di Nazareth trova la sua dimora piena e definitiva. Infatti, da quel momento inizia un fatto assolutamente nuovo ed unico. Il giorno del suo Battesimo Cristo in un certo senso nasce ad una nuova vita, prende la sua strada, lascia la casa, si occupa di altre cose (dell’annunzio del Regno). Che cosa dice a noi questa festa. Dovrebbe anzitutto farci ricordare il nostro Battesimo, nel senso il nostro essere cristiani e su questo dovremmo farci alcune domande.
Gesù si mette in fila come tutti, che posto pretendiamo nella società, nella Chiesa, abbiamo il senso della misura, coltiviamo l’umiltà, Lui si è fatto servo, ci sentiamo evangelicamente “servi inutili”?
Lo Spirito Santo in noi trova la sua dimora, lo invochiamo, siamo coscienti (dicevamo la seconda domenica di Natale) che ci è stato dato un potere, quello “di diventare figli di Dio”? (cfr. Gv 1,12)
Il nostro essere battezzati ci fa vivere una vita nuova, ovvero portiamo novità di vita nel nostro essere con gli altri, in comunità, nelle nostre occupazioni? Ci occupiamo in una parola dell’annunzio del Regno di Dio?
don Maurizio