Convertitevi, credete al Vangelo nella giustizia
Anche quest’anno, per la Quaresima, la Chiesa ci invita ad una sincera revisione della nostra vita alla luce degli insegnamenti del Vangelo.
I percorsi liturgici ci propongono di accogliere l’invito di Gesù all’ elemosina per rendere gli altri, i più poveri, partecipi di ciò che possediamo; al digiuno, come rinuncia a consumare le cose per noi soli, alla preghiera fatta nell’ intimo del cuore, là dove il Padre, che è nel segreto vede ed ascolta.
È un chiaro invito ed un richiamo forte alla nostra coscienza a rinnovare una più sincera adesione al Vangelo.
Ad accompagnarci nel cammino quaresimale, quest’anno Benedetto XVI ci chiede di riflettere sul tema:
“La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo”
(Rm 3, 21-22)
Il Papa si chiede e ci chiede: È piena giustizia solo il dare a ciascuno il suo? Ma cos’è il suo? Basta dare agli altri delle cose perché essi abbiano una esistenza piena? No! L’uomo ha diritto alla giustizia di Dio, a qualcosa cioè che possa essergli accordato solo gratuitamente. “L’uomo vive di questo amore che solo Dio può comunicargli”.
Poiché dietro ai gesti del digiuno e dell’elemosina c’è anche l’invito a creare rapporti giusti tra gli uomini e tra i popoli, evitando lo scandalo della disuguaglianza tra chi ha troppo e chi non ha nulla, siamo invitati a ripensare che cosa c’è alla radice della nostra sete di giustizia.
Le cause dell’ingiustizia, dello sfruttamento, dell’egoismo non sono elementi estranei al cuore dell’uomo. È solo quando ci riconosciamo amati da Dio che diventiamo capaci di costruire rapporti di giustizia tra le persone.
La giustizia ha dunque bisogno di radici. Ed esse noi le scopriamo in Cristo nel quale la giustizia di Dio raggiunge la sua pienezza. Solo una giustizia che “viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri”, in cui l’amore di Dio si apre “fino all’estremo”, è giustizia piena.
L’invito del Papa è ad accogliere una giustizia “più grande”: quella dell’amore che fa sì che l’uomo si senta “sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare” e mostra come questo lo porti ad essere giusto in tutti i suoi atti e a creare una società in cui “tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore”.
Non c’era sottolineatura più urgente di questa anche nel nostro territorio, dove sentiamo il bisogno di tale giustizia.
Se la Quaresima ci aiuterà a celebrare la giustizia divina, che è pienezza di carità, di dono, di salvezza, allora questo tempo penitenziale diventerà veramente per ogni uomo un tempo di autentica conversione così come ci viene suggerito dal significativo gesto dell’imposizione delle ceneri e delle parole:
“Convertitevi e credete al Vangelo”.
+ Dino De Antoni
Arcivescovo