E’ la domenica della fede, la prima lettura ci propone parte della vocazione di Abramo, in particolare l'alleanza che Dio stipula con Abramo. In quel momento Abramo è privo di figli, e Dio gli promette una discendenza numerosa come le stelle del cielo in più a questa discendenza promette una terra. Ad Abramo è richiesto solo di credere, avere fiducia, nel patto infatti è solo Dio che si fa garante passando tra le vittime sacrificali come un fuoco. Ancora una volta, Dio si definisce non tanto in termini astratti, quanto a partire da quello che fa nella storia umana e dalle relazioni personali che stabilisce. Abramo ha già creduto, uscendo dalla sua terra: è chiamato, per arrivare al conseguimento pieno della promessa, a continuare questo suo itinerario nella fede. Anche Gesù nella pagina evangelica ci parla della fede, della sua fede del suo fidarsi del Padre nel compiere il suo esodo a Gerusalemme, sulla croce e nel sepolcro. È la sua - e la nostra - strada verso la risurrezione.
Nel tempo di quaresima anche noi siamo chiamati a scoprire Dio come "colui che ci fa uscire", a metterci in cammino a interrogarci o meglio a lasciarci interrogare dalla sua Parola. Dobbiamo uscire dal nostro vecchio mondo, noioso forse ma rassicurante, alla volta del mondo nuovo, quello che Dio ci promette e ci propone. Ma dobbiamo dilatare il desiderio di Dio fino a raggiungere con lo sguardo del cuore, come fa Abramo, "le stelle del cielo". Cioè non accontentiamoci del poco, desideriamo e chiediamo infatti pienezza di vita e il Signore infatti vuole darci la terra promessa, il suo "riposo" (Sal 95,11).
Concretamente non vivere la Quaresima come un tempo qualsiasi, metti al centro la sua parola, fidati di Dio, che concretamente può voler dire ad esempio, uscire di sera al mercoledì per la Lectio divina, riconoscere che non è tempo perso, ma l’occasione preziosa per cogliere una parola di Dio per la tua vita, una possibilità per trasfigurarla.
Abramo si è fidato e ha visto tradursi i sogni e le attese in realtà, perché Dio è fedele! Così gli apostoli, sono stati premiati della “salita” sul monte Tabor, nel fare esperienza di un Gesù che si è trasfigurato portando la cosa più necessaria all’uomo, la gioia!