E’ la domenica della Divina Misericordia, un nome che ha voluto caratterizzare, secondo le indicazioni di Giovanni Paolo II la più tradizionale “Domenica in Albis”. Stando al vangelo possiamo davvero dire che nell’incontrare Tommaso Gesù abbia ancora una volta manifestato di che cosa sia capace Dio, di una misericordia davvero grande! Come ci ha detto il brano dell’Apocalisse, questa domenica, questa festa è un grande invito alla fiducia. ´"Non temere! Io sono il Primo e l´Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre" (Ap 1,17-18). Queste consolanti parole ci invitano ancora una volta a volgere lo sguardo verso Cristo, per sperimentarne la rassicurante presenza. A ciascuno, in qualsiasi condizione si trovi, fosse pure la più complessa e drammatica, il Risorto ripete:
sono morto sulla croce, ma ora "vivo per sempre"; "Io sono il Primo e l´Ultimo e il Vivente". ´Il Primo’, la sorgente, cioè, di ogni essere e la primizia della nuova creazione; ´l´Ultimo’, il termine definitivo della storia; ´il Vivente’, la fonte inesauribile della Vita che ha sconfitto la morte per sempre. A Suor Faustina Gesù ebbe a dire un giorno: "L´umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia" (Diario, p. 132). La divina Misericordia! Ecco il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo risorto e che offre all´umanità, all´alba del terzo millennio” (cfr. Giovanni Paolo II, Omelia della Domenica della Divina Misericordia, 22 aprile 2001). E questo nonostante, o meglio “dentro” i tanti dubbi e incertezze che albergano nel nostro cuore di credenti Sì come è faticoso credere! Come è possibile credere nella resurrezione in questo mondo che ci circonda che è assetato di potere e di denaro e che mi dice divertiti e godi finché puoi? Come poter credere alla vittoria della vita sulla morte quando milioni di persone lottano ogni giorno per sopravvivere alla fame e alle violenze della guerra? Tommaso patrono della nostra debole fede, interceda presso Colui che è la divina Misericordia, affinché possiamo fidarci ancora della sua Parola e della sua Grazia.
don Maurizio