“O Dio, che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose, fa' che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del tuo Spirito." E’ una preghiera alquanto impegnativa quella che ci fa recitare oggi la liturgia, parole intense e ricche, segnate dalla luce della Pasqua, quell’esodo che vuole ri-creare gli uomini “facendoli passare dalla vecchiezza del peccato e della morte che esso produce, alla primavera della vita che Cristo fa nuova”. Il comandamento dell’amore che viene richiamato dalla bellissima espressione dell’evangelista Giovanni “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi”, ci impegna a costruire una comunità cristiana non sul clientelismo, ma sull'amore e niente altro.
Indubbiamente é difficile amare, perdonare, servire... ma è da questo che la nostra identità cristiana sarà chiara per tutti e prima di tutto a noi stessi, ed è su questo e solo su questo che costruiamo la Chiesa. L’esperienza quotidiana della Chiesa ci dice che ci sono tante cose di cui chiedere perdono, a livello planetario, non passa giorno che il Papa non dica “una parola” in questo senso, ma anche nella nostra comunità. Lo sappiamo già che non sono le cose belle che si possiedono o si fanno che fanno vera, bella una parrocchia, ma le relazioni che i cristiani vivono tra di loro e con coloro che vivono accanto, con quel “mondo” per il quale Gesù è morto sulla croce, ha dato la sua vita.
Per questo ognuno è chiamato a fare la sua parte, non con il chiacchiericcio, la critica facile, ma con parole costruttive, con il silenzio e con l’impegno per la crescita della comunità, cioè del Corpo mistico di Cristo. In questo tempo quaresimale e pasquale abbiamo toccato con mano la misericordia e la pazienza del Signore verso di noi peccatori, sia lo sprone a rispondere con amore per la crescita del suo Regno!
don Maurizio