E’centrale ed è pesante, importantissima la domanda che Gesù oggi nel Vangelo pone ai suoi amici, ai suoi discepoli: «Voi, chi dite che io sia?». Domanda che possiamo ancor di più personalizzare chiedendoci, chi sei, per me? E non a livello generale, teologico, catechistico, ma concretamente, oggi, ora? Sant’Ambrogio di Milano disse “Cristo è tutto per noi”, possiamo dirlo anche noi, posso dirlo anch’io? Chi è per me? Un grande uomo della storia divinizzato dai propri discepoli? Un profeta sopravvalutato, oppure il Figlio di Dio, colui che da senso al mio esistere, alle mie croci, alla mia vita?
Il Signore, come ai suoi apostoli oggi ci chiede in fondo di lasciar stare per una volta che cosa pensano gli altri di Lui e lasciarci interrogare noi … Certo è difficile schierarsi, non è da tutti mettere in conto una testimonianza anche estrema, come ha fatto monsignor Padovese, per questo ci viene incontro la bella testimonianza dell’apostolo Pietro, che festeggeremo domenica prossima assieme a San Paolo, che dice ciò che gli altri discepoli neppure hanno il coraggio di pensare: "Tu sei il Cristo", cioè l'atteso, l'inviato da Dio, il consacrato, il Messia atteso con passione da Israele.
Un Gesù che ci fa vedere il volto di un Dio umile e amorevole, un Dio nascosto che vuole essere amato per ciò che è, non per ciò che dà. Un Dio che vale la pena di seguire, talmente bello da dimenticarsi di sé, pur di conoscerlo.