Il Vangelo di questa domenica ci dice che non solo possiamo essere “oggetto” dell’amore compassionevole di Dio (il Buon Samaritano di domenica scorsa) ma possiamo accogliere la Sua persona “dentro di noi” in casa nostra, come un amico.
E accogliere Dio fa nuova la nostra vita, la rende bella e feconda come la storia di Abramo e di Sara che abbiamo ascoltato nella prima Lettura.
E’ bello il Vangelo perché ci dice che Gesù “mentre era in cammino entrò in un villaggio e in una casa amica … il suo ministero non è fatto solo di “attività”, di “folle”, di affrontare i problemi della gente, ma anche di soste, di famiglie, volti amici, di riposo lontano dai problemi. E’ la sosta che il Signore ci offre la domenica, per riprenderci dalla pesantezza a volte della vita, per tanti dalla pesantezza continua della vita … Luca ci presenta un Gesù che ha bisogno di ritrovare legami di amicizia, di poter parlare con libertà, confidarsi nella certezza di non venir stracapito o tradito, ma compreso, accolto, e “dentro” questo rapporto, incontro con l’altro, poter illuminare, arricchire l’altro, riscontrare la fecondità della sua presenza. Ecco l’invito! Esser capaci di accoglierLo, di ascoltarLo, ascoltare-contemplare anche le sue “fatiche”, potrebbe esser se volete anche il senso di meditare sui misteri dolorosi del Rosario o sulla Via Crucis, perché anche dio ha faticato, gli è stata dura la vita, anche Dio fatica oggi per noi, così sordi, così affaccendati (come Marta). E se questa settimana, in queste calure d’estate, sorseggiassimo la sua parola – anche con un po’ d’acqua fresca - per ritrovare la gioia di Abramo, la gioia della famiglia di Betania, quella gioia che tante volte, da altre parti, insanamente cerchiamo?
don Maurizio