In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri." Così comincia oggi la pagina evangelica mettendoci davanti agli occhi due figure classiche del suo tempo e di ogni epoca. Il fariseo e il pubblicano! I farisei erano un gruppo religioso che voleva distinguersi dagli altri uomini, si consideravano "puri", erano osservanti della Legge. I pubblicani invece erano gli esattori delle tasse, dipendenti dall'amministrazione romana. Si trattava di persone che ottenevano il diritto di riscuotere le tasse, ma ci facevano sopra il pizzo … erano ricchi ma soli. Nel brano odierno si ritrovano insieme nel Tempio per pregare e Luca ci suggerisce attraverso il loro atteggiamento quale deve essere per il cristiano lo stile della preghiera.
Il fariseo sta in piedi, quasi alla pari con Dio, è in prima fila perché è abituato a stare con Lui, ma invece di ringraziarlo perché è credente, per ciò che Dio fa’, lo ringrazia facendo il paragone con il pubblicano, facendo della preghiera una critica, un giudizio. Il pubblicano che per caso entra nel tempio, in chiesa si trova a disagio, sta in fondo, lui non ha niente da dare a Dio, chiede pietà per la sua vita, è senza certezze, amicizie … Il pubblicano quasi chiede la fede con quel “si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. L’evangelista ci vuol suggerire come un certo atteggiamento ci porta a Dio un altro no … Il fariseo, dice infatti il vangelo, uscì fuori pieno di sé, il pubblicano ancora con la coscienza del suo vuoto interiore, ma già giustificato, cioè salvato, portando in sé una scintilla, quella del desiderio della ricerca di Dio. E’ bello pensare, noi che non possiamo vantarci di rispettare sempre la legge di Dio, che abbiamo sempre una o più occasioni per batterci il petto, è bello pensare come il Signore ci indica comunque continuamente la strada più giusta, l’essenziale della fede che non è la fedeltà legalista delle leggi, ma l’umanità che siamo capaci di metterci dentro. Dove c’è disprezzo non c’è posto per Dio, Dio lo trovi nell’umiltà, nel riconoscerti piccolo, bisognoso d'amore, della sua comprensione e perdono. Questo è il vero volto del Padre che Gesù ci rivela e annuncia: un amore senza confini, che gioisce nel perdonare (al pubblicano e a chiunque pronuncia le parole "Abbi pietà di me, Signore!"), ma che nulla può di fronte alla ostentata e tronfia sicumera di chi "presume di essere giusto".
don Maurizio