In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli … è una formula che a noi dice: “Oggi Gesù dice ai suoi discepoli” Questa parola è per noi in tutta la sua freschezza e verità.
Quelle di queste domeniche sono tra le pagine più radicali del Vangelo, ma sono anche le più umane, perché qui ritroviamo la radice della vita buona. Sono una spiegazione del discorso della montagna che “vuole condurci alla radice, lungo una doppia direttrice: la linea del cuore e la linea della persona. Il grande principio di Gesù è il ritorno al cuore, che è il laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà fuori e prenderà figura di parola, gesto, atto. È necessario guarire il cuore per guarire la vita”.
E ciò che sta sotto queste parole di Gesù è un grande paradosso, quello che dobbiamo amare come Lui ci ha amati.
E quel 'come' dà le vertigini. Ci avverte che non avremo mai amato abbastanza. Ci avverte che il precetto della carità contiene in sé sviluppi potenziali, che nessuna filantropia potrà mai eguagliare.
Il vangelo cioè non è galateo, buonismo, ecc. è qualcos’altro. Tocchiamo 3 aspetti della vita che troviamo nell’Evangelo:
Violenza il ma io vi dico è un ampliamento della Legge di Dio, anzi va al cuore della Legge, correggendo la legge degli uomini perché si uccide anche con il giudizio, con la menzogna, con la lingua … Gesù offre una interpretazione della Parola di Dio più impegnativa, il modo di giudicare può essere ancor più violento della forza fisica.
Adulterio , dal nostro mondo emerge un’umanità malata, e questo è sotto gli occhi di tutti, il problema non sta solo nella fedeltà concreta, esteriore, ma anche interiore invisibile agli occhi, in ciò che “prova” il nostro cuore.
Giuramento che di fatto non c’è più in un clima di falsità generalizzato, com’è quello odierno, è interessante a questo proposito ciò che ha detto il Papa invitava i navigatori di internet a essere veri a non vivere un mondo parallelo, a non far vedere ciò che non si è, a non farci una vita che è una fiction, non abbiamo bisogno di essere diversi da quello che siamo perché valiamo per ciò che siamo.
Oggi il Signore, con questo Vangelo, ci interroga nel concreto, la sua Legge non è una serie di norme e precetti, ma soprattutto una relazione con Lui che si traduce inevitabilmente in relazioni sincere e fraterne con gli altri.
Si sa, non è facile, ma siamo qui per chiedere a Lui la grazia e la forza di camminare su questa strada, senza l’Eucaristia, la potenza del suo corpo fatto pane di vita, tutto risulterebbe più difficile, quasi impossibile.
don Maurizio