Gesù continua la sua catechesi sulla Legge, ci invita a leggere la Parola secondo l’ottica di Dio.
Siamo chiamati a opporci al male non al malvagio, anche il malvagio è vittima del male. Gesù ci invita alla tolleranza a portare i pesi dei nostri fratelli, a essere attenti ai bisogni degli altri. E poi ci offre, ci rivela il cuore della Legge, amare il nemico, saper condividere il Suo amore divino con tutti perché Dio non ha nemici, ma solo figli da amare. Infine all’apice del cammino ci dice ancora: Siate perfetti, siate santi … solo quando Dio vive in noi sperimentiamo la pienezza della nostra vita, cioè la gioia piena … Non poche volte sono gli smacchi, le sconfitte, gli oltraggi che subiamo a mettere in crisi la logica,la sapienza del vangelo, eppure talvolta sono proprio questi incidenti di percorso che fanno da motore al progresso morale, "Se uno ti percuote...".
La reazione istintiva, umana, anche se volete comprensibile è bollata da Gesù con quella affermazione:"Non fanno così anche i pagani?”; solo la reazione nello Spirito cambia la realtà delle cose, e con esse la nostra stessa vita.
Solo la Legge di Gesù, laddove dice: “Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate l’un l’altro come io ho amato voi” ci rende capaci di fare molto di più di quello che la lettera (della legge) da sola esprime.
La pagina evangelica si concludeva con quell’affermazione: «siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Che vuol dire, siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro che è nei cieli, perché la perfezione di Dio non consiste in una specie di asettica e assoluta superiorità, ma in un incontro tra la nostra miseria e il suo cuore, la misericordia, appunto, di chi sa guardare alla povertà con comprensione e cordialità. Rendici misericordiosi, oggi Signore, che la tua perfezione di amore si rifletta, almeno un poco, nell'accoglienza che sapremo dare a tutti i fratelli che oggi incontreremo.
Concludo con un pensiero tratto dai Sermoni di San Antonio proprio sulla misericordia:
... «Come una madre amorosa prende con la sua mano la mano del bambino insicuro sulle gambe, perché possa salire con lei, così il Signore con la mano della sua misericordia prende la mano dell'umile penitente affinché possa salire per la scala della croce i gradini della perfezione e sia fatto degno di contemplare colui che è avvenente di aspetto, «il re nella sua gloria» «colui nel quale gli angeli desiderano fissare lo sguardo» (1Pt 1,12). ...Misericordia, scrive Sant’ Antonio significa «che irrìga il misero cuore» (miserum rigans cor). »
Possa il Signore irrigare oggi i nostri cuori con la sua grazia, Amen.
don Maurizio