Una larga partecipazione ha segnato la commemorazione di don Tonino Bello a Gradisca d’Isonzo, unico poi il clima, per la solennità della liturgia, che si è creato la sera della commemorazione che è stata introdotta dalla presentazione che il parroco ha fatto esprimendosi così:
«“Ascoltino gli umili e si rallegrino”, il ministero pastorale di don Tonino Bello è ben sintetizzato da questo versetto del Salmo 32 scelto come suo motto episcopale.
E gli umili l’hanno ascoltato davvero, negli anni del suo ministero e in questi vent’anni dalla sua morte…. e si sono rallegrati, hanno ritrovato speranza e dignità, perché questo pastore che «profumava di popolo, intriso di spiritualità francescana sulla linea pastorale delineata dal nuovo papa Francesco» di cui è stato giustamente scritto sull'ultimo numero di «Famiglia cristiana», anticipò la Chiesa, è stato credibile sempre, fino alla fine. Don Tonino ha sempre visto nell’altro una ricchezza, l’angolo di bene, anche quando le apparenze potevano dire il contrario, uno stile il suo che si è sempre espresso, sono parole di Renato Brucoli, stasera in mezzo a noi, grande amico e collaboratore di don Tonino, nell’umiltà, nella semplicità e nell’autenticità dei segni e di gesti verso tutti».
La celebrazione, segnata da canti pasquali e francescani, eseguiti dal coro parrocchiale proprio in omaggio al fatto che don Tonino era terziario francescano, come sua madre, nella concretezza evangelica della vita e nell’adesione formale alla fraternità dell’Ordine secolare. Bella ed essenziale l’animazione a cura dei membri dell’Ordine Francescano secolare, sia nei segni che nelle preghiere. Attesa, profonda e personalmente partecipata la commemorazione che il dott. Renato Brucoli ha fatto durante la S. Messa, ritraendo con la suggestione delle immagini e degli stili del vescovo pugliese, un pastore “bello” secondo il cuore di Cristo.
Alla fine l’illustre ospite ha presentato il libro “Ti voglio bene”, testimonianze di estimatori di don Tonino nel ventennale della morte.
Ne è uscita così un’immagine in parte già conosciuta, in parte per tanti versi inedita di un pastore che veramente profumava di popolo, luminoso dei volti della sua gente, innamorato di Cristo fino all’ultimo. Si è risentito parlare di quella "chiesa del grembiule", sognata da monsignor Bello, del riscatto dei poveri che da "pietre di scarto", sono diventati anch’essi partecipi di quella pietra angolare che é Cristo. Si è risentita la tenerezza evocata in questi giorni dal Papa come caratteristica dell’amore cristiano in quel “Ti voglio bene” che non era tanto il titolo del libro presentato nell’occasione, ma l’ultimo saluto e abbraccio altamente affettivo dato dal presule di Molfetta ai suoi preti e ai suoi fedeli nell’ultima Messa crismale nella sua Cattedrale, prima di morire. Insomma si potrebbe definire la carismatica figura di don Tonino come un ponte tra il Concilio, la crisi della Chiesa e la sua risurrezione avvenuta grazie all’ascesa di Papa Francesco che ha saputo reinterpretare e incarnare a pieno lo spirito dell’istituzione ecclesiastica, la vita nuova. Probabilmente l’ammirazione e la vicinanza fraterna all’attuale Vescovo di Roma scaturisce dal fatto che rappresenti appieno il volto visibile di quella che don Tonino ha definito appunto Chiesa del “grembiule”.
Possa la sua memoria rimanere sempre per tutti in benedizione, ha concluso don Maurizio, e spronarci a camminare sulle strade del Vangelo.
Al dottor Brucoli Renato un grande e riconoscente grazie per aver attraversato tutta l’Italia, in treno com’era solito fare il vescovo Bello, per essere in questi giorni con noi…giunto dalla parte estrema del Sud dell’Adriatico, mare cinto da Maria da capo a piedi, dal santuario della Madonna dei Martiri di Molfetta al santuario della Madonna di Barbana.