Frutto della Pasqua di Cristo é la santità dell'Uomo
TRIDUO SOLENNE in onore di:
SAN GIOVANNI PAOLO II
25 - 26 - 27 aprile 2014
DUOMO DI GRADISCA D'ISONZO
Sono già molte le persone che telefonano per sapere il programma del solenne Triduo che vedrà il Duomo di Gradisca d'Isonzo, spazio sacro di preghiera, di riconciliazione e venerazione dell'insigne Reliquia di San Giovanni Paolo II che rimarrà esposta solennemente in Duomo.
Si potrà venerare la Reliquia ogni giorno dalle ore 8.00 del mattino alle ore 22.00 di sera, sempre tenendo presente che ieri con la sua parola e testimonianza, oggi con la sua benedetta memoria, Giovanni Paolo II ci rimanda sempre a Cristo, "unico liberatore dell'Uomo e centro della storia" .
Solo dalle ore 12.30 alle ore 15.00 il duomo rimarrà chiuso per sicurezza.
Il significato religioso e di fede delle Reliquie
Il Concilio Vaticano II ricorda che «la Chiesa, secondo la tradizione, venera i Santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini». L’espressione «reliquie dei Santi» indica anzitutto i corpi – o parti notevoli di essi – di quanti, vivendo ormai nella patria celeste, furono su questa terra, per la santità eroica della vita, membra insigni del Corpo mistico di Cristo e tempio vivo dello Spirito Santo (cf. 1Cor 3,16; 6,19; 2Cor 6,16).
Il Messale Romano ribadisce la validità dell’«uso di collocare sotto l’altare da dedicare le reliquie dei Santi, anche se non martiri». Poste sotto l’altare, le reliquie indicano che il sacrificio delle membra trae origine e significato dal sacrificio del Capo, e sono espressione simbolica della comunione nell’unico sacrificio di Cristo di tutta la Chiesa, chiamata a testimoniare, anche con il sangue, la propria fedeltà al suo Sposo e Signore.
Il postulatore della Causa di beatificazione e canonizzazione di papa Giovanni Paolo II, mons. Slawomir Oder, così si è espresso:
(…) La prima uscita delle reliquie è stata "provocata" dalla Giornata mondiale della gioventù a Madrid: sono stati proprio i giovani che volevano avere un segno tangibile di questo uomo che per molti è rimasto il Padre, e senz’altro padre delle Giornate mondiali della gioventù e ora patrono e protettore, per volontà del Santo Padre. Questa peregrinatio ha dato l’inizio a un fenomeno che poi ha avuto un suo straordinario seguito, soprattutto in Messico, che è stata la prima tappa – lontana – e giustamente doveva essere così, perché in qualche modo la reliquia ripercorre le orme di Giovanni Paolo II: ricordiamo che è stato il Messico la prima meta del suo pellegrinaggio apostolico. E dal Messico poi attraverso vari Paesi dell’America Latina e del Nord, e l’Europa, e l’Africa… Ecco, questo pellegrinaggio continua costantemente. Le testimonianze concordi di tutti coloro che hanno vissuto questo momento particolare, parlano di due fenomeni particolari: la presenza della gente e la presenza che non significa curiosità, significa soprattutto raccoglimento nella preghiera, la preghiera che poi si traduce nelle confessioni e nell’adorazione del Santissimo Sacramento. E queste sono forse due cose che effettivamente sono legate alla presenza di un Santo: la preghiera e la conversione. Questo è il frutto spirituale che riscontriamo ovunque passi il reliquiario contenente il sangue di Karol Wojtyla. Nella simbologia cristiana, il sangue significa soprattutto la vita e la vitalità: è un invito davvero straordinario a vivere la pienezza della vita. Infatti, Giovanni Paolo II è un Santo che ha vissuto la pienezza della vita, è un Santo che ha saputo assaporare il dono che il Signore gli hadato e quel dono che gli ha dato l’ha saputo assaporare con lo spirito di libertà del figlio di Dio. Ed è proprio la libertà, penso, la caratteristica che emerge in maniera particolare dalla lettura della vita di Giovanni Paolo II. Una libertà che nasce alla presenza di Dio. Lui stesso diceva: l’uomo alla presenza di Dio è un uomo libero, non ha da temere nulla.