Nel suo pellegrinaggio a Cracovia, don Maurizio ha incontrato il cardinale Stanislao Dziwisz, che gli ha rilasciato questa intervista in vista della festa per la canonizzazione.
Eminenza che cos’era per Giovanni Paolo II la santità?
Chi prega vede le cose diversamente, positivamente e anche chi prega mantiene dentro la pace, preghiera sempre uomo di grande pace e tranquillità perché tutto quello che faceva sempre passava per la preghiera-contemplazione.
Alla domanda di un giovane come si prega, lui ha risposto io ricordo: l’uomo si mette in ascolto, Dio parla, ma bisogna trovare il modo di ascoltare Dio e la preghiera è la risposta alla parola del Signore, la cosa che per lui era sempre importante era la lettura del, sacra scrittura e lui leggendo pregava, pregava tramite la scrittura sacra. La santità era quell’essere immerso totalmente in Dio, nella preghiera e questo nel quotidiano, come negli impegni apostolici, nei viaggi ecc. Per lui era mettere nuovamente al centro Dio, il primato dello Spirito, permeare tutta l’azione della chiesa e per la chiesa nella volontà di Dio.
Con Giovanni Paolo II si è aperta una serie di papi non italiani, adesso c’è papa Francesco che ha sempre nel cuore e sulle labbra la parola misericordia, tutto è iniziato secondo lei con l’enciclica di Giovanni Paolo II “Dives in Misericordia”?
No, abbiamo avuto la visita ad limina e Lui ci ci ha raccontato che lui stesso ha incontrato questa devozione da bambino, a casa sua conosceva già Suor Faustina e il suo diario, lui è cresciuto con questa devozione, perciò la sua mente e la sua devozione nel cuore portano a questa parola misericordia, essa viene sempre quando parla dei sacramenti, della confessione, per questo ha sempre questo pensiero quando parla.
Giovanni Paolo II aveva detto che il Terzo Millennio sarà il millennio della misericordia, si sta realizzando?
Si! si sta realizzando senza sforzo, senza propaganda, si diffonde in tutto il mondo, questa devozione è molto vicina al cuore dell’uomo, Suor Faustina aveva scritto che oggi il mondo non è capace di convertirsi, rimane solo la misericordia, questo fuoco uscito dal centro della Misericordia, accende l’amore e il pensiero verso la misericordia in tutto il mondo, e Giovanni Paolo II era certamente l’apostolo della misericordia, suor Faustina ha ricevuto questo messaggio, ma come poteva fare questa piccola giovane, poco educata nel senso di scuola, fare tutto quello che Gesù voleva e di portare avanti questo messaggio, l’ha fatto Giovanni Paolo II e qui si vede lo stesso come anche Papa Francesco da giovane ha incontrato questa devozione ed è rimasto fedele sempre, per tutta la vita.
Ieri sono stato al Centro Giovanni Paolo II, l’ho immaginato come un faro che dall’alto dà luce ed è un segnale, che cosa sarà questo Centro “Non abbiate paura”?
Non sarà solamente un ricordo, ma diffusione dell’eredità, del messaggio di tutto quello che insegnava e che ci ha lasciato Giovanni Paolo II per le generazioni nuove che non l’hanno incontrato più personalmente vivo, qui si potrà avvicinare questa personalità straordinaria da diversi punti di vista e anche certamente questo messaggio grande che ha lasciato, approfondire e trasmettere agli altri e anche alle nuove generazioni.
Come si prepara la diocesi di Cracovia e la Polonia alla canonizzazione?
Noi abbiamo pensato subito quando si è saputa la data, di seguire la strada di santità di Giovanni Paolo II, non cercare le cose che non erano vicine a Giovanni Paolo II, cerchiamo di spingere alla preghiera personale e comunitaria, alla preghiera a lui cara, il Rosario, la via Crucis, l'adorazione, l'ora santa e questa strada alla santità sua perché diventi la nostra strada verso la canonizzazione. Naturalmente di ricordare anche soprattutto i suoi messaggi quando veniva in Polonia in pellegrinaggio, i suoi documenti, le sue omelia che sono molto fresche, molto attuali quando le si legge, proprio nel linguaggio, penso che sarà per lungo tempo lo stesso e anche tutto quello che ha lasciato lo poteva e può leggere la gente di strada…capiva…
Ho letto l’ultimo libro “Accanto a Giovanni Paolo II, gli amici e collaboratori raccontano”, c’è anche la sua, ma mancava una mi sono accorto che mancava una perona che gli è stata vicina come lei, Angelo...
Sì è molto riservato, persona veramente eccezionale, intelligente, laborioso e nello stesso tempo molto discreto, ha conservato tutto nel suo cuore, tutti apprezzavano questa discrezione non parlava e non parla ancora oggi….
Lei lo sente sempre vivo il Papa, vicino, la presenza è più forte della nostalgia?
Mi sento sempre vicino a Lui, non direi nostalgia, certamente lo sento presente quando si prega, si parla a lui, la risposta viene. E così questa grande devozione in tutto il mondo, sì! lui risponde, ispira, e vuol dire che il papa è ancora in mezzo a noi.
don Maurizio Qualizza