Una serata calda ha accolto nel Duomo di Gradisca fedeli e amici provenienti da Trieste, Padova, e da diversi paesi della diocesi, attorno all’altare una dozzina di sacerdoti, tra i quali il Vicario Generale, alcuni francescani conventuali di Trieste e Padova, capeggiati dal Rettore della Basilica di Sant’Antonio, Padre Enzo Poiana. Nel suo saluto iniziale, conclusosi in lingua tedesca, don Maurizio ha ringraziato tutti e in particolare il Vescovo emerito di Linz perché la sua presenza, con un viaggio di oltre 500 chilometri dice il valore del legame, dell’amicizia e dell’affetto episcopale. L’Eucaristia è stata presieduta da Maximilian Aichern, Vescovo Emerito di Linz che in un italiano perfetto ha anche dettato un ricordo molto affettivo di Padre Bommarco, suo amico dagli anni ’70 e poi confratello nell’Episcopato.
Mons. Maximilian più volte ha sottolineato il suo legame con Gorizia e particolarmente con Aquileia dove veniva sempre invitato dall’arcivescovo, ma anche la comune attenzione alla carità verso i monasteri della Jugoslavia, tra i quali quello delle Benedettine di Cherso, che versavano in condizioni di forte disagio se non di povertà. Don Maurizio nell’omelia, tratteggiando le letture della liturgia della Madonna del Carmelo, ha fatto dei riferimenti precisi alla persona dell’arcivescovo Antonio Vitale, in particolare riguardo la preghiera e la sua devozione mariana. Al termine il Vescovo ha benedetto gli scapolari, segni di devozione dei Congregati della confraternita della Madonna e ha ricevuto con viva emozione e baciato la Reliquia di San Giovanni Paolo II, il Papa che lo aveva consacrato Vescovo assieme a padre Bommarco il 6 gennaio del 1983.
Prima della benedizione una parola di saluto e di ringraziamento l’ha donata anche il rettore della Basilica del Santo, che a padre Antonio Vitale deve la sua ritrovata vocazione.
La liturgia è stata accompagnata magistralmente dal coro “Sacri Cantores Theresiani”, sei ragazzi giovanissimi, che ha debuttato ufficialmente nella Messa, accompagnandola con brani gregoriani, del maestro Lorenzo Perosi e nella quale, con meraviglia, tutta l’assemblea ha cantato in latino il Credo. Un incontro conviviale di fraternità ha riunito poi Vescovo sacerdoti, frati e cantori nella corte della Canonica ricordando tempi, luoghi e incontri che sono sempre presenti nel cuore di ciascuno.