Una solenne e sentita celebrazione ha caratterizzato il ricordo voluto dalla Provincia patavina nel decennale della morte del confratello Padre Antonio Vitale Bommarco, arcivescovo di Gorizia.
Presenti l'arcivescovo Carlo, che ha presieduto la celebrazione e i Vescovi emeriti di Gorizia e di Trieste, mons. De Antoni e mons. Ravignani, che gli fu particolarmente vicino nell'ultima lunga e sofferta degenza a Cattinara, nonché tantissimi frati provenienti da Padova, Venezia, Trieste e altre località del Triveneto. Tra i fedeli che si sono aggregati alla Messa di suffragio, anche diversi parenti, fratelli e nipoti dell'arcivescovo defunto.
Nell'omelia monsignor Redaelli, commentando i brani della scrittura ha fatto dei puntuali riferimenti con la persona e l’impegno pastorale dell'arcivescovo, il suo amore e la sua dedizione alla Chiesa di Gorizia, dicendo tra l’altro. “In questi due anni mi sono accorto di quanto è ancora forte l’impronta di padre Bommarco nelle scelte che tuttora caratterizzano la diocesi: gli orientamenti pastorali, il calendario di ogni anno con le sue celebrazioni, l’impostazione della curia, l’utilizzo delle diverse strutture, la valorizzazione della basilica di Aquileia, ecc.
Si intuisce che qui in diocesi negli ultimi anni del secolo scorso è stato fatto un intenso lavoro da parte di una persona capace di guida e di comando.” In particolare il vescovo Carlo richiamandosi al Vangelo, ha sottolineato come il Signore ponga a Pietro una triplice domanda di amore, con un chiaro riferimento alla sofferenza, a quella testimonianza con l’offerta della sua vita alla quale sarà chiamato. Così, ha proseguito l'arcivescovo, anche padre Bommarco entrò, in realtà già da subito, all'inizio del suo cammino di giovane frate e via via di Ministro Provinciale, Generale e poi da Vescovo, nel mistero della sofferenza. Così ebbe “con la malattia, anche la consapevolezza delle sue fragilità, consapevolezza che emerge con umile lucidità dalle pagine del suo “Diario dell’Anima”.
Ma come afferma altrove san Paolo, anche per p. Bommarco è stato vero che «quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,10).”
Al termine della celebrazione il Ministro Provinciale Fra Giovanni Voltan ha ringraziato i vescovi e i presenti per questo omaggio di preghiera, al quale hanno voluto associarsi, a un confratello la cui memoria resta in benedizione per tutto l'Ordine conventuale e per la Chiesa.
Il rito, accompagnato da un repertorio di canti antoniani e francescani molto cari a Padre Bommarco, si è concluso con l'omaggio, dopo anni di impossibilità, dovuti ai restauri della zona più antica del Duomo che comprende anche le cripte degli arcivescovi, davanti alla tomba dell'arcivescovo defunto con l'omaggio dei fiori, della preghiera e con l'aspersione fatta dai Vescovi presenti.