A seguito degli attacchi mediatici che investono il Papa Benedetto XVI in merito alla vicenda legata allo scandalo della pedofilia di alcuni preti segnalo che in data 31 marzo è apparso un articolo sul quotidiano “Il Piccolo” dove l’arcivescovo di Trieste Giampoalo Crepaldi risponde ad una serie di domande sull’argomento. Dalle risposte dell’ intervistato si legge il n Papa o autorevoli esponenti della Chiesa hanno definito la pedofilia praticata da alcuni sacerdoti: “non ci sono scuse” , “un crimine odioso” , “le ferite causate da simili atti sono profonde” , “un comportamento che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e di condannare” ed inoltre “non solo un crimine atroce, ma anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana”.
Da queste dichiarazioni si trae l’unica conclusione che da parte della Chiesa c’è una piena condanna di questi fatti. Di fronte a questa ferma espressione da parte della Chiesa non si capisce il perché i media a ritmo incessante e a volte a scoppio ritardato continuano a divulgare notizie che infangano e denigrano la Chiesa stessa . Sembra proprio che ci siano delle menti occulte che utilizzano questi strumenti mediatici per corrompere e dividere quest’Istituzione. Duemila anni fa Gesù, è stato condannato a morte con un pubblico processo sostenuto da pochi uomini ma che a quel tempo detenevano le file del potere; allo stesso modo oggi c’è qualcuno che ha paura della “Verità” a cui il Santo Padre ci richiama con l’ultima enciclica “Caritas in Veritate”.
Come uscire da questa situazione? Il momento è difficile perché come succede normalmente nei fatti di cronaca quotidiani, si tende a fare i processi mediatici senza aspettare che la giustizia faccia il suo naturale decorso.
Come afferma il Vescovo Crepaldi attraverso la “coerenza a Cristo deriverà l’uscita della Chiesa da queste tristi vicende”.
Lorenzo Montico