L'evento di zona per eccellenza dei Reparti dell’Agesci è l’appuntamento primaverile a ridosso della festa di San Giorgio, loro patrono, e l’attività prende appunto il nome di “San Giorgio”. E’ un momento prezioso nel quale i ragazzi di questa fascia d’età, prima di vivere l’avventura dei campi estivi che concretizza il cammino formativo vissuto lungo tutto l’anno, si incontrano cogliendo una visione d’insieme delle diverse realtà della Zona con la possibilità di allacciare nuove amicizie e di confrontarsi in diverse attività. L’associazione offre così anche visibilità alla sua proposta educativa che si fonda sull’intuizione di Robert Baden-Powell, che usò un metodo teso a sostenere la crescita e lo sviluppo della persona abbracciandone la sua totalità, toccando quelli che i Capi educatori chiamano i quattro punti di B.P.: salute e forza fisica, abilità manuale, formazione del carattere e servizio del prossimo. Ciò che in definitiva si proponeva Baden-Powell e che si propone tutt'ora lo scautismo è di formare dei buoni cittadini, persone in grado di lasciare il mondo un po' migliore di come lo hanno trovato, e nella specificità dell’Agesci, ma non solo, anche dei buoni cristiani, ovvero di offrire un percorso di educazione alla vita di fede che possa sfociare poi in una scelta consapevole di Gesù Cristo per la propria vita. Il metodo scout fonda la sua forza sul valore dell'imparare facendo, attraverso un'esperienza concreta di vita all'aria aperta, di vita comunitaria, di sfida con se stessi. Questo, dentro una dinamica di progressione personale, in cui ognuno cerca di migliorare dandosi degli obiettivi su quattro punti: me stesso, rapporto con gli altri, rapporto con il gruppo, e rapporto con la fede. Gli esploratori e le Guide hanno poi come elemento centrale della proposta educativa l'avventura. Essa, potremmo chiamarla, è anche l'esca educativa a disposizione dei capi, ma certamente sarà anche il sapore di un fine settimana da ricordare all’ombra delle mura veneziane della nostra Fortezza di Gradisca che accoglierà le decine di tende che ospiteranno le centinaia di scout del goriziano. Rimangono però dei nodi, non scout, ma antropologici, che la Zona, i Capi Reparto dovrebbero affrontare in modo più puntuale dentro questo pianeta umano che la mia esperienza di trentennale contatto con il mondo scoutistico, mi dice essere tra i più delicati. Il fatto ad esempio che i preadolescenti stanno diventando invisibili nel sistema sociale, difficili da identificare, sfuggenti nei linguaggi, ad una lettura puntuale della loro personalità in fase di cambiamento, in quell’oscillare pendolare di comportamenti tra infanzia e adolescenza, esteriorità e interiorità, dipendenza e contro-dipendenza, ricerca di auto-definizione. Parlando con loro e soprattutto confessandoli, tocco con mano che sono figli sempre più solitari, di genitori che sono disposti sempre meno a rinunciare ad un qualitativo investimento affettivo, ma anche formativo, anceh per oggettive situazioni di sofferenza familiare, preferendo altri ambiti stracarichi di aspettative sui figli. E così i preadolescenti stessi non vedono l’ora di bruciare le tappe per essere subito «grandi». «Sempre più adulti senza esserlo». Questo non porta ad una responsabilizzazione della famiglia nel collaborare in sinergia con le agenzie educative, l’Agesci in primis, anzi spesso conduce all’aumento della conflittualità e all’affiorare sempre più dominante di atteggiamenti iperprotettivi nei confronti del minore, nell’incapacità evidente della famiglia di assolvere una parte importante nella dinamica educativa, specialmente in un tempo, il nostro, di pluralismo culturale, valoriale e di modelli e stili educativi. E’ un discorso lungo che non vorrebbe però rovinare la festa, a nome della Comunità di Gradisca, siate tutti i benvenuti, ragazzi e capi!
don Maurizio Qualizza, parroco e A.E. del Gradisca 1°