Il fatto. Per ben due volte uno dei presepi collocati all’aperto, precisamente quello in legno sito nel parco di Gradisca, un’opera che identifica la Natività, è stato letteralmente fatto a pezzi da mani ignote. Potrebbe considerasi una bravata, ma unita quest’anno a una certa disattenzione o disaffezione per il presepe, potrebbe suscitare anche la domanda:”Chi ha paura del Bambino”? Oddio, non solo o soprattutto della sua rappresentazione tradizionale, bensì di un Dio/Vangelo che si è incarnato e vuole incarnarsi nella storia ponendo logicamente interrogativi all’uomo d’oggi. Forse l’uomo ha
proprio paura di lasciarsi interrogare, paura che venga colto un non-senso nel suo credersi autosufficiente, appagato nelle sue risposte consumistico-materialiste a quelli che invece sono i grandi interrogativi dell’esistenza e che il Natale di Gesù Cristo inevitabilmente pone: Chi sono, da dove vengo, dove vado, qual’è il senso della mia vita, che posto ha Dio-Cristo nel mio orizzonte esistenziale? Molta gente in questo tempo ha apprezzato i presepi realizzati nelle Chiesa e cappelle e qua e là in diversi angoli della città, nella nuovissima via Ciotti si aspettava una sorta di “Via dei Presepi”, invece al di là di pochi casi, quasi nulla. C’è da chiedersi, ma proprio disturba il Bambino? Se non ha disdegnato di nascere in una stalla, forse dovrebbe disdegnare di nascere laddove in fondo una parte di Gradisca lavora? Alcuni poi hanno detto, neppure dall’Amministrazione Comunale un segnale in questo senso, quando altre amministrazioni o sedi istituzionali bel più laiche, non si sono tirate indietro nel porre il “loro” presepe? Credo che senza polemica, però ci siano motivi per alcune riflessioni visto che il sottoscritto li ha raccolti tra la gente che sono al tempo stesso cittadini e fedeli.
don Maurizio Qualizza