«Cristiani non si nasce, si diventa» (Tertulliano, Apol. 18,4)
Tuttavia, tutti abbiamo toccato con mano l’impellente necessità che il processo di iniziazione cristiana, trovi delle nuove indicazioni a livello diocesano nel senso delle modalità in quanto il modello pur rivisitato in parrocchia, così com’è non funziona più. Ci rendiamo conto che il grosso del lavoro da fare sarebbe quello con le famiglie ma non è facile perché la vita di oggi, la frammentazione e mille altre realtà rendono quasi impossibile il passaggio dal desiderio alla realizzazione. Pensiamo si debba andare incontro a novità non ancora sperimentate, senza la paura di perdere qualcosa. In fondo già Papa Giovanni XXIII in riferimento all’epopea Conciliare diceva che la sostanza della fede rimaneva intatta, ma la forma di presentarla doveva adattarsi alla mentalità e alla cultura dell’uomo contemporaneo per esser meglio espressa e meglio compresa.
Inoltre c’è ancora la sensazione che l’educazione alla vita di fede che è l’iniziazione cristiana, sia considerata come una delle tante attività della parrocchia invece che l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre. Ci siamo sforzati di dare al cammino una ispirazione catecumenale, che conduca i bambini a una progressiva consapevolezza della fede, del Dio in mezzo a noi. Ma tanto resta da fare per Educare alla vita buona del Vangelo in ogni stagione della vita personale.
Al di là di questo discorso accompagniamo con la preghiera i nostri bambini, le loro famiglie affinché l’incontro con Cristo porti frutto, cioè affinché possiamo tutti diventare speranza del mondo, forti del suo rinnovato amore.